mamma

mammamiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa uffffffffffffffffffffff mi prendono certe fitte che mi comprimono talmente tanto il petto da non respirare...........tremo e soffoco! attacchi di panico? boh

Franco Battiato - E ti vengo a cercare

Una donna onesta, una donna proba,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò perdutamente
di uno che non la amava niente.

Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.

Lei dalla madre andò e l'uccise,
tralalalalla tralallaleru
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallaleru
non gli bastava quell'orrore,
voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallaleru
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lei si tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come una pazza da lui tornò.
Le disse lui ridendo forte,
tralalalalla tralallaleru
le disse lui ridendo forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
una donna s'era uccisa per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallaleru
ma lui fu preso da sgomento,
quando la vide morir contenta.
Morir contenta e innamorata,
quando a lui niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.



« To be, or not to be, that is the question:
Whether ’tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And, by opposing, end them. To die, to sleep…
No more, and by a sleep to say we end
The heartache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to: ’tis a consummation
Devoutly to be wished. To die, to sleep.
To sleep, perchance to dream. Ay, there’s the rub,
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil
Must give us pause. There’s the respect
That makes calamity of so long life,
For who would bear the whips and scorns of time,
Th’oppressor’s wrong, the proud man’s contumely,
The pangs of despis’d love, the law’s delay,
The insolence of office, and the spurns
That patient merit of th’unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin? Who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscovered country from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will,
And makes us rather bear those ills we have
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all,
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o’er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pitch and moment
With this regard their currents turn awry,
And lose the name of action. »

(da "Amleto" di William Shakespeare)

« Essere, o non essere, ecco la questione:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine. Morire, dormire…
nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo,
perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale
deve farci esitare. È questo lo scrupolo
che dà alla sventura una vita così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo,
il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo,
gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge,
l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il merito paziente riceve dagli indegni,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i mali che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti codardi,
e così il colore naturale della risolutezza
è reso malsano dalla pallida cera del pensiero,
e imprese di grande altezza e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di azione. »

Death - Voice Of The Soul

con la morte nel cuore.........per i buddisti il cuore è l'anima dell'uomo, ma quando l'anima si lacera cosa rimane dell'uomo? può definirsi ancora umano?


e come sempre...come ogni santissima volta...che altro significato ha questa insulsa pagina, è uno scritto, un significato dalle molteplici interpretazioni, libero quindi per esser giudicato, frainteso, interpretato...ma in fondo fa sempre comodo la libertà interpretativa, ti permette di aprire o chiudere dei mondi solitari dove il significato e il significante si trasformano in altro, più precisamente nel sentimento che ci aggrada di più, perchè dunque tentare di dare delle spiegazioni reali ai nostri gesti? perchè appunto....santo il Perchè, c'è chi come me ne fa una ragione di vita, c'è chi odia i perchè....forse perchè la risposta che ne conseguirebbe, potrebbe turbare un mondo nascosto che dorme da troppo tempo e il suo risveglio è letale, è un'arma pericolosa...già....pericolosa...per me stessa è stato detto....che vigliaccata...sono superiore perchè mi autoconvinco di capire e conoscere chi mi sta affianco e mi si dice :"ma chi sei?" ed io penso...giusto chi mi credo di essere poi però dico...ma tu che mi giudichi dicendo che non capisco nulla e che non ho capito nulla in 3 anni...tu...che mi dici che mi dirai chi sono...come fai a sapere chi sono? ogni qualvolta si è giunti a questo punto....le somme tirate mi hanno descritto pessimamente...MAI con altrettanta forza espressiva ho mai udito parole lusinghiere o di affetto....MAI...ma questo sicuramente dipenderà dal fatto che forse i miei difetti nascondono i miei pregi? ma ne avrò qualcuno? sarà che se si inizia dall'elenco dei miei difetti, che sono troppi, si finisce con lo scordare i pregi, si finisce con il dimenticarmi...sono davvero ben poca cosa allora. credo di essere onesta, egoista si, ma onesta, quantomeno per non aver mai voluto nascondere i miei difetti, ho sempre detto quel che pensavo senza rimandare mai, pur sapendo che ne sarebbero derivate litigate allucinanti, ma non ho mai taciuto...allora si rifanno vivi i perchè....1) se non parlo e taccio risulto falsa e mi si da della falsa 2) se parlo mi si da della falsa lo stesso....oggi però è un giorno di festa...oggi è stata coniata una nuova parola per me....ebbene si...sono Manipolatrice...attenzione dunque a non rivolgermi la parola potrei essere il vostro stesso pugnale che vi si rivolta contro...non puntatemelo dunque!...non so se ridere o se piangere...c'è una crepa profonda, c'è sempre stata, non sono mai riuscita a chiuderla...si riapre sempre e sempre avanza di millimetro in millimetro, forse la speranza che fosse riparabile è stata un'illusione, in certi casi le soluzioni sono vane e il disincanto è sempre alle porte, speravo nella salvezza ma la condanna è la mia spada di Damocle, stavolta devo distruggere, radere al suolo e ricostruire.
comunque sono una polemica, ci sono nata nella polemica, a volte sembra che sia nata per volontà dei miei, altre sembra che sia capitata per scherzo del destino, la verità non la conoscerò mai, ma devo dire questo, che la mia prima polemica è avvenuta in tenera età, avevo circa 1 anno e mezzo e non sapevo parlare bene, emettevo dei suoni più che altro, ma volevo imitare i grandi e così puntavo il mio indice nano verso le persone che non mi piacevano, prendevo un bel respiro e agitandolo in aria inziavo a dire :"epcpcpcpepepcpcphghsppttrrpc" andando avanti per ore, con il volto imbronciato...così facevano i grandi e così io imitavo...poi crescendo, in famiglia mi sono stati appioppati dei nomignoli carinissimi: avvocato delle cause perse, ribelle, duce e zar. ho fatto carriera. al di fuori della famiglia, coloro che mi conoscono ma solo superficialmente mi chiamano invece genio incompreso, pazza, folle, altruista, simpatica e "cazzuta" ( che vuol dire forte), ovvio che non mi conoscono, non tanto per la parola genio quanto per il cazzuta....la parola genio è intesa come sinonimo di folle e non nel vero senso della parola, ma la parola cazzuta non m'appartiene, non sono forte e basterebbe solo posare gli occhi su di me per poco più di 1 secondo e lo si capisce al volo, il che implica che gente che mi conosce da anni in realtà non mi ha mai guardato e io ne sono consapevole....
triste...per la consapevolezza di essere solo una superficie per i miei amici...speravo di essere qualcosa almeno al di fuori della mia famiglia...ma mi è rimasta una speranza...forse qualcuno un giorno mi amerà...e così è sembrato che fosse....ma il nomignolo è rimasto quasi uguale...pazza e folle è diventato malata....genio incompreso è diventato maestrina presuntuosa che si sente superiore , il cazzuta si è trasformato in manipolatrice e l'altruista in finta buona!
risultato sono passati 33 anni, non è cambiato un ben emerito cazzo, ero sola nella mia cameretta a pensare perchè nessuno voleva parlare con me e ora sono sola a parlare con una pagina di merda di un web irreale. mi è stato detto che si evita di discutere con me perchè non sento ragioni. forse è vero...ma è anche vero che la solitudine in cui ho vissuto forse non mi ha permesso di imparare tante cose. ma nessuno è disposto ad aiutare il prossimo...poi però fanno i moralisti quando nel piccolo ci si rifiuta di vedere ed ascoltare anche persone piccole piccole come me.
mi manca il mio candondolo...un abbraccio...e mi passava la tristezza...ora non ho nulla e nessuno da abbracciare.